domenica 20 ottobre 2019

"L'apriscatole e altre storielle" di Giorgio Massacra




in ricordo di Giorgio Massacra,



mio fratello maggiore,

che se ne è andato quest'anno

in silenzio, senza fanfare



APRISCATOLE

Non conosco la musica,
non la so leggere,
non so suonare
nemmeno uno strumento musicale,
fosse pure uno zufolo,
un putipù o un tricchebballacche,
non ho mai visto un’opera
tutta intera, mai,
non conosco
le grandi canzoni del passato,
so assai poco dei Beatles,
dei Queen
e degli U2,
e poco anche del jazz,
del rock, della sinfonica.

Eppure i momenti migliori
della mia lunga vita
sono legati alla musica,
una canzone, un’aria,
un concerto.

Quando la vita
mi piglia per la gola
o mi stringe
fra le sue braccia,
e mi commuove
o mi sconvolge,
perché finalmente
riesco a capirne
qualcosa,
c’è sempre qualche motivo
a illuminarmi il cuore,
fino al cervello.


Castrovillari, 10 marzo 2011

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IL TEMPO PERSO E I SOGNI

Ho perso tanto tempo
nella mia lunga vita,
diciamo la maggior parte,
fra televisione a sfinire,
dormicchiare a go-go,
pensare a niente,
fra amori impossibili
passatempi un po’ stupidi,
anche se mai ho avuto
il problema di farlo passare,
il tempo,
perché passava da sé
e la noia non è mai esistita,
per me.
Tanto tempo ho perduto,
qua e là, che tutta la vita
mi pare un tessuto di buchi
tenuti insieme dal nulla,
cioè solo da me.
Ho capito da poco, però,
che tutto ‘sto spazio infinito,
di vuoto
non ne ha neanche un po’.
E’ come se il corpo
avesse sognato,
e nel sogno io fossi vissuto
due volte.
Ed ora, verso la fine,
posso tirare le fila
di tanto lavorio inconsapevole.
Così posso andar via
con questa certezza:
sprecando ho avuto,
dilapidando, prodotto,
sostando, camminato,
non vivendo, vissuto.

Via dei martiri
12 giugno 2017
(nella e-mail Giorgio annota “questa poesia mi ha cambiato la vita”)

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MERDOCH

Mi chiamo Rupert,
e sono una Merdoch,
vengo da Melbourne,
compro giornali
in Gran Bretagna,
USA, in Spagna,
spio i politici,
neri e antipatici,
di riviste ne ho
quarantatre,
di reti tv
ancora di più.

Sono fra gli uomini
più ricchi del mondo,
di mogli ne ho avute
ben tre,
ma la mia preferita
si chiama Rebeca,
che moglie non è;
di figli, mezza dozzina,
di soldi ne ho tanti,
7 miliardi e mezzo
di dollari, che però
non bastano a me
per comprare
tutto quello che c’è,
compresi giudici,
parlamenti, governi.

Silvio mi ha detto,
diventa primo ministro,
capo dello Stato,
dittatore,
fa’ come me,
e ti puoi fare le leggi
che piacciono a te,
ma gli ho risposto che
il mio impero
è mondiale
e non provinciale
come il suo,
piccolo duce locale.

Per imporre un regime
a livello globale
ci vorrebbe
un governo mondiale.
 

Vigne di Castrovillari,
17 luglio 2011
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2 commenti:

  1. Ciao Giorgio. Saudade infinita...

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    1. Saudade, intraducibile saudade. Giorgio lo sapeva bene

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