in ricordo di Giorgio Massacra,
mio fratello maggiore,
che se ne è andato quest'anno
in silenzio, senza fanfare
APRISCATOLE
Non conosco la musica,
non la so leggere,
non so suonare
nemmeno uno strumento
musicale,
fosse pure uno zufolo,
non ho mai visto un’opera
tutta intera, mai,
non conosco
le grandi canzoni del
passato,
so assai poco dei Beatles,
dei Queen
e degli U2,
e poco anche del jazz,
del rock, della sinfonica.
Eppure i momenti migliori
della mia lunga vita
sono legati alla musica,
una canzone, un’aria,
un concerto.
Quando la vita
mi piglia per la gola
o mi stringe
fra le sue braccia,
e mi commuove
o mi sconvolge,
perché finalmente
riesco a capirne
qualcosa,
c’è sempre qualche motivo
a illuminarmi il cuore,
fino al cervello.
Castrovillari, 10 marzo 2011
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IL TEMPO PERSO E I SOGNI
Ho perso tanto tempo
nella mia lunga vita,
diciamo la maggior parte,
fra televisione a sfinire,
dormicchiare a go-go,
pensare a niente,
fra amori impossibili
passatempi un po’ stupidi,
anche se mai ho avuto
il problema di farlo passare,
il tempo,
perché passava da sé
e la noia non è mai esistita,
per me.
Tanto tempo ho perduto,
qua e là, che tutta la vita
mi pare un tessuto di buchi
tenuti insieme dal nulla,
cioè solo da me.
Ho capito da poco, però,
che tutto ‘sto spazio
infinito,
di vuoto
non ne ha neanche un po’.
E’ come se il corpo
avesse sognato,
e nel sogno io fossi vissuto
due volte.
Ed ora, verso la fine,
posso tirare le fila
di tanto lavorio
inconsapevole.
Così posso andar via
con questa certezza:
sprecando ho avuto,
dilapidando, prodotto,
sostando, camminato,
non vivendo, vissuto.
Via dei martiri
12 giugno 2017
(nella e-mail Giorgio annota “questa
poesia mi ha cambiato la vita”)
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MERDOCH
Mi
chiamo Rupert,
e sono
una Merdoch,
vengo
da Melbourne,
compro
giornali
in
Gran Bretagna,
USA,
in Spagna,
spio i
politici,
neri e
antipatici,
di
riviste ne ho
quarantatre,
di
reti tv
ancora
di più.
Sono
fra gli uomini
più
ricchi del mondo,
di mogli
ne ho avute
ben tre,
ma la
mia preferita
si
chiama Rebeca,
che
moglie non è;
di
figli, mezza dozzina,
di
soldi ne ho tanti,
7
miliardi e mezzo
di
dollari, che però
non
bastano a me
per
comprare
tutto
quello che c’è,
compresi
giudici,
parlamenti,
governi.
Silvio
mi ha detto,
diventa
primo ministro,
capo
dello Stato,
dittatore,
fa’
come me,
e ti
puoi fare le leggi
che
piacciono a te,
ma gli
ho risposto che
il mio
impero
è
mondiale
e non
provinciale
come
il suo,
piccolo
duce locale.
Per
imporre un regime
a
livello globale
ci
vorrebbe
un
governo mondiale.
Vigne
di Castrovillari,
17
luglio 2011
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Ciao Giorgio. Saudade infinita...
RispondiEliminaSaudade, intraducibile saudade. Giorgio lo sapeva bene
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