Sull’oggetto libro e sulla necessità della lettura questa
volta i due vecchietti del Muppet Show, Massimo ”Statler” Celani e Giorgio
“Waldorf “Franco, hanno litigato. Di seguito la trascrizione di una fortunosa
intercettazione ambientale.
Statler: Tutti si lamentano che si legge poco e niente. In
Italia e soprattutto in Calabria. Di solito ci si consola con la Sicilia e in
questo caso anche con Campania, Puglia e Basilicata, che sembrano essere messe
peggio di noi. Considerato lo stato dell’arte, dell’istruzione, della scuola,
dell’università, della politica, la questione andrebbe ribaltata: come mai in
Calabria c’è ancora qualcuno interessato alla lettura e alla scrittura?
Waldorf
Waldorf: In
un certo senso concordo, anche se in modo più dialettico. Proprio oggi (martedì
21) ho passato un bel pomeriggio coi ragazzi del liceo Telesio, tra la libreria
Feltrinelli di Cosenza e il marciapiede antistante dove erano state piazzate
due bacheche: “io leggo perché” e “non leggo perché”. Studenti, docenti, il personale stesso della
libreria e i passanti hanno affisso dei post-it su una delle due bacheche o su
tutte e due. Il tutto mentre degli uomini-sandwich percorrevano il corso con dei
cartelli pieni di testi forti della letteratura mondiale. Ammetto che sarebbe
preferibile indagare i motivi di resistenza (a parte quelli socio-economici che
sono conosciuti) nei confronti della lettura. Sono certo che scartabellando tra
quei post-it verranno fuori elementi di verità. Un’esperienza simile mi è
capitata di recente a Paola, con gli studenti dell’Alberghiero e del
Commerciale turistico, e non puoi immaginare l’entusiasmo, l’interesse, la
partecipazione di studenti, di insegnanti, di amministrativi, dei presidi.
Statler
altrimenti conosciuto
(nella versione italiana del Muppet Show)
come Hilton
Statler: Ci sarà stata pure qualche performance, magari
i Takabum avranno allietato il pomeriggio e gli studenti del conservatorio
l’avranno ammupiato!
Waldorf:
Infatti, così è stato.
Statler: Scusa Giorgio, non vorrei sembrarti irrispettoso, so bene che hai dedicato
una vita alla trasmissione del sapere e
all’educazione, ma perché credi sia così importante leggere, nel senso di
leggere libri? In Germania e soprattutto in Svezia si leggono libri, molti
libri, in modo naturale. E’ questione di abitudine e di forma mentis. In
Italia, invece di sostenere le biblioteche e le librerie, di tenerle aperte, si
spendono vagonate di soldi per azioni di sensibilizzazione dallo scarso appeal
(dai, non mi dirai che “ioleggoperché” o “nati per leggere” possano riuscire a
far scoccare qualche scintilla ai nonleggenti!). Il tutto per cercare di
migliorare la statistica dei lettori, per passare da un libro all’anno a uno e
mezzo. Non potremmo accontentarci di invitare, direi di costringere, i
cittadini tutti a leggere il foglietto posologico, con calendario annesso,
distribuito dalle varie aziende che si occupano della raccolta differenziata? Unghie,
insetti, alimenti avariati, stuzzicadenti, ossa, farinacei in genere, gusci di
frutta secca, da consegnare alla “frazione” organica, nel “mastello marrone”,
insomma nell’insieme del compostabile. Già ci pensa la scuola a nutrire gli
odiatori di Dante e di Leopardi, non sarebbe meglio chiedersi dove vanno i
contenitori per deodoranti per uso personale, i tappi di barattolo in metallo e
a corona, gli imballi in polistirolo? In assenza di banda larga e non essendo
più di moda quella armata, ci si accontenterà di trovare la giusta collocazione
a quella stagnata. Si può anche imparare a distinguere i tappi di sughero (che
trovano giusta collocazione nel cestello marrone) da quelli di sughero finto o
trattato (irrimediabilmente irriciclabili e avviati in discarica).
S’intrasentono in quel provvidenziale volantino gli echi della analisi delle
merci, i lineamenti della critica dell’economia politica, le tassonomie
biologiche, le classificazioni botaniche, zoologiche, merceologiche,
immaginarie e letterarie (come non pensare al borgesiano “gli animali
dell’imperatore” (…) imbalsamati, ammaestrati, favolosi, inclusi in questa
classificazione, che s’agitano come pazzi, disegnati con un pennello finissimo
di pelo di cammello. E – infine – un manuale sulla sostenibilità ambientale. Si
tratterebbe di una lettura motivante e performativa, che serve a qualcosa di
tangibile. Le strade sarebbero più pulite e diminuirebbe di molto quanto
continuiamo a parcheggiare in discarica.
Waldorf: Sei sempre il solito nihilista. E pure snob. Da buon napoletano invece
riconosco l’utilità dell“ammuina”, il valore delle occasioni che diventino pure
casino, per parlare, ridere, chiacchierare, scazzarsi, come si diceva un tempo.
Perché leggere, last but not least, diventi una delle tante modalità per stare
insieme.
Statler: Non sono snob, mi limiterei a fare di necessità virtù. In fondo ho
solo suggerito il metodo di Jacotot, per il quale bastava un libro solo. Nel
suo caso era “Les Aventures de Télémaque, fils d'Ulysse”, il romanzo educativo
di avventure e di viaggi di Fénelon. Nella nostra epoca di fretta e di
riduzione dei supporti, un volantino può essere sufficiente.
Waldorf: Sei cinico e disgraziato. Comunque l’idea di “in nuce”, una collana di
libri che non si ha il tempo di scrivere e tanto meno di leggere, composta da
titolo, sommario e una paginetta introduttiva, non è male.
Massimo
”Statler” Celani e Giorgio “Waldorf “Franco,
“Il tempo per
leggere e scrivere”,
il Quotidiano
del Sud, speciale Giornata del libro,
giovedì 23
aprile 2015
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