giovedì 23 aprile 2015

chì-bbook? incontro/scontro sull'inutilità della lettura dei libri

Sull’oggetto libro e sulla necessità della lettura questa volta i due vecchietti del Muppet Show, Massimo ”Statler” Celani e Giorgio “Waldorf “Franco, hanno litigato. Di seguito la trascrizione di una fortunosa intercettazione ambientale.

Statler: Tutti si lamentano che si legge poco e niente. In Italia e soprattutto in Calabria. Di solito ci si consola con la Sicilia e in questo caso anche con Campania, Puglia e Basilicata, che sembrano essere messe peggio di noi. Considerato lo stato dell’arte, dell’istruzione, della scuola, dell’università, della politica, la questione andrebbe ribaltata: come mai in Calabria c’è ancora qualcuno interessato alla lettura e alla scrittura?
Waldorf


Waldorf: In un certo senso concordo, anche se in modo più dialettico. Proprio oggi (martedì 21) ho passato un bel pomeriggio coi ragazzi del liceo Telesio, tra la libreria Feltrinelli di Cosenza e il marciapiede antistante dove erano state piazzate due bacheche: “io leggo perché” e “non leggo perché”.  Studenti, docenti, il personale stesso della libreria e i passanti hanno affisso dei post-it su una delle due bacheche o su tutte e due. Il tutto mentre degli uomini-sandwich percorrevano il corso con dei cartelli pieni di testi forti della letteratura mondiale. Ammetto che sarebbe preferibile indagare i motivi di resistenza (a parte quelli socio-economici che sono conosciuti) nei confronti della lettura. Sono certo che scartabellando tra quei post-it verranno fuori elementi di verità. Un’esperienza simile mi è capitata di recente a Paola, con gli studenti dell’Alberghiero e del Commerciale turistico, e non puoi immaginare l’entusiasmo, l’interesse, la partecipazione di studenti, di insegnanti, di amministrativi, dei presidi.

Statler 
altrimenti conosciuto 
(nella versione italiana del Muppet Show) 
come Hilton 

Statler:  Ci sarà stata pure qualche performance, magari i Takabum avranno allietato il pomeriggio e gli studenti del conservatorio l’avranno ammupiato!

Waldorf: Infatti, così è stato.

Statler: Scusa Giorgio, non vorrei sembrarti irrispettoso, so bene che hai dedicato una vita  alla trasmissione del sapere e all’educazione, ma perché credi sia così importante leggere, nel senso di leggere libri? In Germania e soprattutto in Svezia si leggono libri, molti libri, in modo naturale. E’ questione di abitudine e di forma mentis. In Italia, invece di sostenere le biblioteche e le librerie, di tenerle aperte, si spendono vagonate di soldi per azioni di sensibilizzazione dallo scarso appeal (dai, non mi dirai che “ioleggoperché” o “nati per leggere” possano riuscire a far scoccare qualche scintilla ai nonleggenti!). Il tutto per cercare di migliorare la statistica dei lettori, per passare da un libro all’anno a uno e mezzo. Non potremmo accontentarci di invitare, direi di costringere, i cittadini tutti a leggere il foglietto posologico, con calendario annesso, distribuito dalle varie aziende che si occupano della raccolta differenziata? Unghie, insetti, alimenti avariati, stuzzicadenti, ossa, farinacei in genere, gusci di frutta secca, da consegnare alla “frazione” organica, nel “mastello marrone”, insomma nell’insieme del compostabile. Già ci pensa la scuola a nutrire gli odiatori di Dante e di Leopardi, non sarebbe meglio chiedersi dove vanno i contenitori per deodoranti per uso personale, i tappi di barattolo in metallo e a corona, gli imballi in polistirolo? In assenza di banda larga e non essendo più di moda quella armata, ci si accontenterà di trovare la giusta collocazione a quella stagnata. Si può anche imparare a distinguere i tappi di sughero (che trovano giusta collocazione nel cestello marrone) da quelli di sughero finto o trattato (irrimediabilmente irriciclabili e avviati in discarica). S’intrasentono in quel provvidenziale volantino gli echi della analisi delle merci, i lineamenti della critica dell’economia politica, le tassonomie biologiche, le classificazioni botaniche, zoologiche, merceologiche, immaginarie e letterarie (come non pensare al borgesiano “gli animali dell’imperatore” (…) imbalsamati, ammaestrati, favolosi, inclusi in questa classificazione, che s’agitano come pazzi, disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello. E – infine – un manuale sulla sostenibilità ambientale. Si tratterebbe di una lettura motivante e performativa, che serve a qualcosa di tangibile. Le strade sarebbero più pulite e diminuirebbe di molto quanto continuiamo a parcheggiare in discarica.

Waldorf: Sei sempre il solito nihilista. E pure snob. Da buon napoletano invece riconosco l’utilità dell“ammuina”, il valore delle occasioni che diventino pure casino, per parlare, ridere, chiacchierare, scazzarsi, come si diceva un tempo. Perché leggere, last but not least, diventi una delle tante modalità per stare insieme.

Statler: Non sono snob, mi limiterei a fare di necessità virtù. In fondo ho solo suggerito il metodo di Jacotot, per il quale bastava un libro solo. Nel suo caso era “Les Aventures de Télémaque, fils d'Ulysse”, il romanzo educativo di avventure e di viaggi di Fénelon. Nella nostra epoca di fretta e di riduzione dei supporti, un volantino può essere sufficiente.

Waldorf: Sei cinico e disgraziato. Comunque l’idea di “in nuce”, una collana di libri che non si ha il tempo di scrivere e tanto meno di leggere, composta da titolo, sommario e una paginetta introduttiva, non è male.



Massimo ”Statler” Celani e Giorgio “Waldorf “Franco,
“Il tempo per leggere e scrivere”,
il Quotidiano del Sud, speciale Giornata del libro,

giovedì 23 aprile 2015





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